5つ星のうち5.0la seconda incredibile prova del trio protetto da Ian Mc Kaye
2017年6月9日にイタリアでレビュー済み
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Difficile aggiungere qualcosa di utile per far apprrezzare questo gioiello dopo la recensione di Deuterio & Trizio che fotografa in modo esemplare questo album. Per cui mi limito ad aggiungere che questo album farà sicuramente la gioia di chi ama le sonorità di bands come i Battles o gli Islet, band che miscelano elettronica e ritmiche quasi hip hop con strutture marcatamente rock. I referenti della band sono quelli che avevavano caratterizzato anche il loro favoloso esordio "Super/Sistem del 2002 sempre su Dischord Records, ossia i Devo (per il gusto della destrutturazione dei brani) e i Residents (per il gusto del grottesco) aggiornati al nuovo millennio. Semplicemente sublimi.
La "scuderia" della Dischord è sempre piena di "cavalli di razza", e non è limitata ad artisti la cui musica è affine a quella dei padri fondatori (Ian MacKaye & Jeff Nelson) ma si lancia in avanscoperta, senza disdegnare soluzioni diverse, verso approdi stilistici diversi. Gli El Guapo, sintetizzano la deriva elettronica della casa discografica di Washington D.C., prendendo spunto dalla new wave post punk dei primi anni ottanta. Le loro cantilene piene di elettronica si trasformano in filastrocche dall'andamento a spirale. I coretti e il doppio canto creano quel senso di straniamento da "terra di mezzo" (Space tourist), oppure omaggiano i Clash nella versione più dub (Fake French ricorda tanto la celebre Red Angel Dragnet di Strummer e soci), o trasportano in una Parigi futuristica con l'andamento alcolico e sbilenco della fisarmonica elettrificata di "I Don't Care". Ennesima conferma di quanto bene facciano all'universo musicale persone che della musica hanno riempito la loro vita.