Dal punk al jazz come se fosse la cosa più normale possibile, ed infatti è possibile e quest’album ne è la prova. Ben Pirani, chi è costui? Allora bisogna partire da un po’ indietro nel tempo, a un numero (se non mi sbaglio troppo) della rivista Blow Up dell’anno passato (2018). Tra i dischi del mese e quelli “caldamente” consigliati appare la cover di questo palazzo e il nome pseudo-italo-americano. Io vivo di suggestioni, e la copertina di questo cd me ne ha trasmesse tantissime ancor prima di sapere cosa contenesse avevo già deciso che avrebbe fatto parte della mia collezione. Toccava solo scegliere se in formato cd o vinile, e se l’acquisto sarebbe stato immediato o differito. Per questi motivi occorreva leggere la recensione scritta da “quelli bravi sul serio” (i giornalisti della rivista intendo). E lì mi sono bastate una decina di righe per capire che era quello che cercavo. Il ragazzo (figlio d’arte a quanto sembra) sembra abbia avuti trascorsi punk in quel di New York (non difficile a credersi conoscendo la città) e su Discogs si trovano info anche su alcuni band in cui ha suonato (e il punk si sente). Ma il “ragazzo”, ha quasi la mia età le virgolette ci vogliono, è uno che “crede nel funk dopo la morte” e dunque il suo esordio solista è proprio con questo genere musicale, ma fortemente connesso con il soul. Non resta che mettere il cd nell’impianto e “Try love” ci catapulta in un territorio indefinito a fine anni ’70, oppure ancora prima, e tutto viene in mente tranne che Ben sia un bianco, perché il sound gronda humor “black” come fosse Motown. Non basta? Allora arriva la travolgente “Not one more tear” dal ritmo sincopato e dai cori irresistibili. E il primo lato si chiude con “Can’t get out your own way”, ma è passato così veloce che quasi ci si rimane male. Vai con il lato B (avrei fatto meglio a prendere il vinile, perché è proprio un album che avrebbe avuto molto più coolness sul piatto d’acciaio). Il tono non scade, soul e funk armonioso, ci si immagina con le camicie con i colletti enormi, i pantaloni a zampa di elefante, le donne con i capelli stile afro e occhiali a goccia. È un album che rimanda vibrazioni positive. Roba forte. Ascolto consigliato.